venerdì 3 gennaio 2014

101 strade

Esattamente un anno fa smettevo di fumare. Qualcuno dirà che sono una cazzara o che sto barando perchè continuo ad alimentare la mia dipendenza fisica dalla nicotina avendo solo cambiato il metodo. Si, adesso la vaporizzo, non aspiro i fumi della combustione. But still…
Esattamente un anno fa terminava la mia vita accademica, entravo a far parte di una corporazione (l’Ordine dei Biologi), e sulla carta ero un bel pezzo di carne fresca da macellare. Lavorativamente parlando, si intende. Avevo 101 strade da percorrere, tutte quelle che per pura curiosità e duro lavoro nero mi ero aperta.
Alla fine ne ho scelta una, la meno stabile, la più comoda.
Non so perchè ho sempre scelto i lavori più precari per me. Spesso cerco di giustificare questa stupidità con la volontà di cambiamento. Ed in fondo non è poi tanto una giustificazione. Questa condizione di precariato volontario e autoinflitto mi è indispensabile per permettermi di continuare a crescere, imparare, conoscere, evolvere o tornare indietro. Sono troppo curiosa per fossilizzarmi troppo su una cosa sola. D’altra parte, è anche possibile che io sia ancora la stessa bambina che si stufa dei giocattoli dopo 5 minuti, solo che ora, invece di posare una Barbie, poso una carriera. Qualcuno quest’anno mi ha detto che lo faccio perchè posso permettermelo, perchè ho qualcuno che mi “para il culo” in termini economici, che mi offre un cuscinetto quando le cose vanno male, che mi mantiene. Ma non è così, perchè continuo a pagare la spesa anche quando non lavoro. 
La verità, come dicevo in qualche precedente post, è che non voglio accontentarmi. Che voglio poter dire “voglio fare questo”, che voglio svegliarmi la mattina contenta di quello che farò durante la mia giornata, essere contenta di risultati inaspettati e incazzarmi dei fallimenti. Voglio permettermi di scegliere. E continuerò a cercare e a scegliere finchè non troverò qualcosa che, anche dopo 20 anni mi farà svegliare ogni mattina contenta. Un pò come si fa con l’amore.
Lo farò anche quest’anno. Si, cambio di nuovo lavoro. Me lo hanno comunicato il 31 dicembre, Evviva! Ho pianto un pò, poi ho smesso ricordandomi chi fossi.
Inizio quest’anno senza lavoro, senza corporazione, senza alcun rimpianto, con 101 strade da percorrere e con una fottutissima voglia di scoprire cosa succederà domani.
Buona vita a voi! E che sia piena di scelte difficili e di incroci col rosso…
Morgana

giovedì 2 gennaio 2014

Ad maiora.

Buon anno! 
E che il 2014 sia migliore del precedente! Addio 2013, che il 2014 porti pace e serenità a tutti!

È da poco terminato Capodanno, ma l'eco digitale delle migliaia di auspici per il nuovo anno ancora non si è placato. Un tempo era "buona fine e buon principio", trasmesso oralmente, a veicolare gli auguri di un nuovo, migliore, anno. Oggi troviamo centinaia di testi, immagini, video, la maggior parte dal gusto più che dubbio, che tramite Internet ci ricordano che anno di merda abbiamo appena trascorso. 
Statisticamente parlando, è impossibile che 7 miliardi di individui abbiano trascorso tutti un anno da dimenticare.
Eppure.

Ed ecco che io, invece, mi auguro solo che l'anno che sta iniziando, sia uguale al precedente. Sarà perché devo mantenere sempre quella ormai vaga dose di anticonformismo che differenziava il piccolo Ettore dalla maggior parte dei suoi coetanei, sarà perché sono un fottuto ottimista del cazzo, ma io oggi, come l'anno scorso e quello precedente ancora, non chiedo nulla di più al nuovo anno rispetto a quello che ho ricevuto dal precedente.
Chi mi conosce, a questo punto spalancherà gli occhi. 
Il 2013 è stato un anno pieno di preoccupazioni. È stato un generatore di stress, ansie e tensioni per la maggior parte del tempo. Mi ha posto ostacoli che non pensavo che avrei mai dovuto affrontare. Però il finale è stato grandioso, forse epico.
Un po' come quando assisti a quelle rappresentazioni teatrali un po' deboli, prive di senso e con una recitazione approssimativa, ma dotate del finale-puttanella, quello che tocca l'anima del pubblico per compiacerla, e tutto viene dimenticato. 

Ed è per questo che ne parlo in questo modo, il finale ha cancellato tutte le difficoltà e mi consegna un gran bel ricordo del 2013.
Un anno che ci ha provato a mettermi i bastoni tra le ruote, è vero. E che ha anche steso una fascia chiodata sull'asfalto, a dirla tutta. In un percorso di curve cieche, in mezzo alla nebbia.

Chissene. Alla fine è arrivato il rettilineo, braccio dal finestrino, in vacanza sul sole.